Questo ruscello sotto Vejano è uno dei primi affluenti del fiume Mignone cento metri più avanti nella foto. Oggi aspettiamo i risultati del ricorso al TAR contro il tracciato della superstrada ss675 nella valle del Mignone. Non solo si tratta di salvare il tratto finale della valle del Mignone dalla superstrada in zona protetta, ma si tratta di salvare la Tuscia di una morte certa – da un punto di vista paesaggistico e ambientale. La Tuscia era l’eccezione a livello nazionale riguardo alla preservazione di grandi spazi rurali non montani. Dopo l’abbandono del meraviglioso spazio tra Canino e Arlena di Castro/Tessennano alla speculazione degli aerogeneratori industriali, e il comune di Tuscania avendo ceduto praticamente un terzo della sua superficie alle energie rinnovabili speculative – 250ha di fotovoltaico a terra, con altri in arrivo, sacrificando preziose terre agricole -, se la superstrada si fa in zona protetta (nella valle del Mignone), solo il poligono militare da Norchia al fiume Marta si salverà fino al prossimo attacco speculativo – magari la geotermia(?). Ma anche nel poligono si notano “espansioni”… La Tuscia fino all’Euro (nei primi di 2000) era uno dei più bei territori del mondo.