Incontrare i cinghiali è sempre un esperienza intensa e affascinante. Avendo decimato le popolazioni di lupi ed orsi per colpa dell’ignoranza, il grande mammifero più suscettibile di darvi il sapore dell’avventura è il cinghiale – quando non assomigliano troppo a maiali. Trasmettono finora un fascino anche si sono stati più volte decimati e reintrodotti.

Abbiamo incontrato questo branchetto di cinghiali nella selva del Lamone. Era nell’ora prima del tramonto e siamo riusciti ad avvicinarsi ad una ventina di metri per guardarli. Fuori dalla riserva era battuta al cinghiale, sparavano ovunque. Qui sapevano di essere al sicuro. Erano 5, le avevamo incontrati poco prima ad un punto di acqua, e vedendo dove’ erano fuggiti, sapevo di ritrovarli sul percorso vicino al laghetto. Arrivando al laghetto, erano li, e con Daniela e mia sorella, siamo riusciti ad andare avanti una quarantina di metri prima di fermarsi per osservare. Dopo qualche minuti, ho fatto un movimento sbagliato e sono fuggiti per precauzione. Nel parco dove non sono cacciati, questi bei incontri sono ancora possibili.

Un animale che, come sempre è successo quando le ho incontrati, va per i fatti suoi e non presenta nessuna ostilità dal momento che non si sente in pericolo o che il suo territorio non viene palesemente intruso. Cosi và dalle vipere, dai buoi, o da qualsiasi animale potenzialmente pericoloso: non devono sentirsi in pericolo, e se possono evitare il confronto lo fanno.

Qui sotto, nella riserva naturale del Salto Morato – una perla del Brasile che contiene la più parte dei 2% rimasti di foresta Atlantica – una Jararaca fotografata col grandangolo da meno di 20 cm. Il serpente – un viperidae – più mortale del Brasile, come le nostre vipere, vuole stare tranquillo e sopravvivere. La jararaca era immobile in mezzo al “sentiero” – in realtà invisibile – ed ha reagito quando il guardaparco che mi accompagnava e passato sopra senza vederlo. A quel momento si è mosso – giustamente – ed ha fischiato. Ho tirato fuori la macchina con il grandangolo e piano-piano mi sono ravvicinato. La jararaca lentamente si defilava e voleva andarsene senza storia. Il guardaparco mi ha aiutato a trattenerla un attimo riposizionandola col rovescio del machete, poi l’abbiamo lasciata andare via tranquillamente.