(senza la trasversale), i territori che non hanno visto altre opere approvate, saranno condannati all’eutanasia

Queste sono le parole del deputato Rotelli alla Camera dopo aver sentito il nuovo ministro delle infrastrutture esprimere dei dubbi su alcuni progetti. Diversi media hanno riportato il fatto questi giorni con titoli più o meno fantasiosi.

L’unico modo che hanno trovato alcuni nostri cari eletti (coloro che esistono per prestare un servizio ai cittadini con le loro azioni) per salvare l’economia del centro Italia e della Tuscia “da un eutanasia” è di distruggere ambienti protetti da direttive ambientali con una superstrada. Una superstrada che sarebbe stata finita decine di anni fa se avesse avuto la minima rilevanza strategica. Una superstrada il cui tracciato (quello chiamato “viola”) era stato approvato dagli organismi competenti prima dell’avventura improbabile del tracciato detto “verde”.

Il fiume Mignone poco prima di Monte Romano

Eutanasia… Chiaramente nessuno lo crede. Si tratta del solito sensazionalismo retorico destinato a creare nell’ascoltatore una impressione di indifferibile urgenza con l’intento di fare passare una mozione, senza troppe spiegazioni. “L’eutanasia per i territori.” A sentirlo, l’unico modo di ottimizzare la situazione economica della zona è di piantare una superstrada superflua in zona protetta. Proposizione assurda – e che mancanza di creatività! Basta vedere il successo di Bagnoregio che in tempi record è riuscito a canalizzare turismo e ricchezza per il proprio territorio senza superstrada in zona protetta.

La colpa dell’”eutanasia del territorio” non è certo il mancato tratto di superstrada in zona protetta ma al contrario l’immobilismo politico nel quale sprofonda la provincia da decenni – e l’Euro con le politiche germanocentriche.

Il secondo punto interessante è che la strategia della retorica allarmista del rappresentante del popolo consiste nel non argomentare mai in nessun modo la proposta o lo slogan politico, semplicemente si assiste al lancio di una sorta di “affermazione infondata” o di una profezia catastrofista. Non si entra nei dettagli e non si presenta alcuna problematica, non si propongono soluzioni concrete. L’oratore non precisa in che modo l’Alto Lazio è sinistrato ne in che modo la riduzione di 10 minuti del tempo di percorrenza tra Civitavecchia e Orte potrebbe rivoluzionare l’economia dell’Alto Lazio che con più di 400.000.000 di Euro di soldi pubblici avrebbe molte cose decisamente più utili da fare. Ricordiamo tra l’altro che esiste nell’Alto Lazio un vero problema di viabilità delle strade già esistenti e dissestate o carenti nelle misure sicurezza più elementari. Un infrastruttura stradale utilizzata da milioni di persone ogni giorno e non quel tratto di SS675 tra Cinelli e l’uscita di Tuscania/Vetralla, dove c’è cosi poco traffico da sembrare uno scenario post nucleare di un thriller. La Via Cassia sarebbe una vera preoccupazione, o una soluzione per aggirare Monte Romano con una galleria e la messa in sicurezza della Aurelia Bis.

Il modello economico americano viene presentato come ideale da imitare quando si promuovono opere che di fatto, ben lungi dal portare un vantaggio di qualsiasi tipo alla popolazione residente, arricchiscono i pochi imprenditori, ma nessuno cita il modello americano nella protezione e nell’istituzione di parchi e zone naturali protette di enorme estensione come il famoso Yellowstone Park meta turistica mondiale proprio perché mantenuto nella sua integrità, provate a pensare l’orso Yoghi come si divertirebbe se in mezzo a Yellowstone passasse una bella superstrada. Quale comodità per i turisti poter arrivare 10 minuti prima in un’area totalmente privata della cosa per la quale hanno percorso miglia e miglia: la natura incontaminata.

Poi, last but not least: la SPAGHETTI DEMOCRACY – il made in Italy – dove a secondo delle comodità del momento gli ambienti protetti si possono cancellare con l’una o l’altra opera edilizia. Una spaghetti democracy dove nonostante il tracciato detto “Verde” della superstrada sia stato bocciato dal Ministero dell’Ambiente et dalla CTVia*, alcuni elementi eletti dal popolo hanno comunque deciso che le istituzioni del governo non contavano e decretato per mezzo di una legge ormai abrogata (la legge obbiettivo) e in nome dell’interesse nazionale (opera unilateralmente proclamata “strategica”) che l’opera sarà realizzata in mezzo alla zona protetta. Poi ci sono i media che regolarmente si dimenticano di precisare che prima che a dicembre 2017 il Consiglio dei Ministri abbia approvato il provvedimento di compatibilità ambientale del progetto, lo stesso progetto era stato bocciato dal ministero dell’Ambiente et della CTVia.

Che salsa su i spaghetti?