I Servi della Gleba

I servi pensano che votare per un fantoccio mascherato da duro risolverà i loro problemi e aumenterà la quantità di giocattoli che possono comprare da Amazon, o moltiplicherà le cene nei ristoranti dove dispensano prodotti sotto vuoto riscaldati. Con quel duro al governo potranno andare su meravigliose spiagge coperte di microplastiche. I servi della gleba pensano di essere liberi perché hanno votato il fantoccio mascherato da duro piuttosto che quello mascherato da fata o da ballerina. Pensano di essere liberi perché seguono la moda,…

I servi della gleba esistono sin dall’epoca romana. All’inizio del XIX sec, aboliti dai signori nel secolo dei lumi, hanno vissuto “liberi” per un breve periodo – direi fino alla prima guerra mondiale. Poi, man mano che l’era industriale si consolidava, i servi della gleba sono tornati sotto altra forma. Prima erano di campagna, ma oggi la gleba è anche la città! I servi, orgogliosi di quel comodo (poco impegnativo) incarico di elettore di fantocci, ringalluzziscono di quel privilegio. L’altro privilegio che va di moda è quello di poter accumulare il più possibile i beni materiali. Molto chic per un servo poter aver freddo d’estate o sprecare il cibo – è chicchissimo disprezzare l’ambiente e spalmare cemento. Quando vanno alle terme, i servi preferiscono pagare dieci o venti Euro – gli dà l’impressione di essere liberi. Se un cittadino gli propone di lottare per la gratuità delle terme, si offendono e rivendicano la loro servitù ai signori. Se un cittadino gli propone di prendere in mano la propria vita, lo prendono per un pazzo e abbassano la testa sullo smartphone per proseguire con la missione di clicca e banna, nonché di condivisioni.