Dal Formicone sul Comune di Tuscania si estende un paesaggio ampio fino alla Toscana – dall’Argentario al Monte Amiata – con il Monte Canino al centro. Grandi spazi caratteristici del paesaggio “Etrusco” della Tuscia. Dal Formicone la zona alterata dall’eolico di Arlena e Piansano (9 torri) benché visibile da lontano è ancora “contenuta”. Ora siamo a rischio di vedere altre strutture di produzione energetica occupare lo spazio rurale.

Nell’assenza di comunicazione chiara, il mio instinto immagina lo scenario più nero (generalmente quello realista in materia ambientale): una silicon belt o “fotovoltaic” belt da Tuscania a Montalto. Magari fosse una bella belt continua, uno vero serpente d’argento massiccio, nero o bluastro o argentato  – coraggioso epitoma della nuova era delle energie da fonti rinnovabili (nel futuro mangeremmo dell’elettricità nel deserto).

No, piuttosto immagino un sprawl totale alla spaghetti (renewable spaghetti Italian!) dove il piacere visivo non è ne quello del paesaggio industriale, ne quello del paesaggio urbano o rurale, neanche quello (con il suo charme) di una zona industriale di periferia… Qui sarà quella sensazione di ancora vedere del paesaggio rurale in mezzo ad elementi industriali disseminati e indefiniti con fili e tralicci, stradone bianche e aree diserbate… Così vedo il scenario più nero di che un sindaco valente ci salverà.