Questi ultimi mesi, l’utilizzo dell’acqua termale a Sud di Viterbo è stato al centro di un dibattito molto interessante. Bene pubblico o bene privato? Tutela del territorio e del paesaggio, tutela e monopolio delle risorse scarse, cementificazione del territorio,…

Andare al Bullicame oggi (rispetto al pre 2009 guarda caso) fa veramente pena. La vetrata paranoide che circonda la piscina della (ex-) fonte termale è paradossalmente il minore dei problemi di questi tempi, visto che (a quanto mi hanno detto e a quanto si vede da google Earth) la pozza è una melma verdastra con un rigagnolo di acqua vergognoso che esce da un tubo di plastica sul lato della piscina… E interessante come il bene comune andrà “canalizzato” nelle mani di pochi che con molta probabilità non ne approfitteranno neanche per due motivi. Primo perché un singolo gruppo di familiari non può rimanere sdraiato nell’acqua termale tutta la vita, secondo, perché alla fine, non ci sarà più acqua termale per nessuno – neanche loro. Appare evidente che le risorse scarse non devono essere sfruttate da pochi privati a discapito della maggioranza. Alcuni testi di legge parlano in tale senso.

Poi uno pensa: ma dove va tutta quella acqua termale che sgorga alle Zitelle (accanto all’aeroporto di Viterbo)!? Oooops!? Forse non era la domanda giusta?