Ormai siamo in Gennaio 2017, e la Regione Lazio da il SI al progetto che prevede che la ss675 passa proprio nella valle del Mignone (lo chiamano “verde” ironicamente). Sarebbe l’inizio della fine dell’eccezione Tuscia! Comunque manca la V.I.A. (valutazione impatto ambientale) per avviare i lavori sull’ultimo tratto della ss e la partita non è finita. Mancano 697 firme per raggiungere il minimo significativo di 2500 per cercare di salvare la valle del Mignone. Chi avrebbe pensato fosse cosi difficile fare salire questa cifra? Sorge spontanea la domanda se continuiamo a distruggere gli ultimi ambienti naturali rimasti cosa lasceremo ai nostri figli?

Il progetto ANAS del 2007 che prevedeva il passaggio della ss ad Ovest di Monte Romano con dei tunnel quasi fino a Tarquinia era perfetto! Poi hanno cominciato a tergiversare ed a progettare una via dove si potesse risparmiare qualcosa, e il tratto viola inizialmente previsto, per un tunnel in più pare la fine del mondo e non lo possono più fare! L’Italia è piena di tunnel, ma qui per salvare la Tuscia, un tunnel diventa un’impresa insormontabile!

Comunque il percorso interessa in particolare un’area ZPS (Zona di Protezione Speciale) – il “Comprensorio Tolfetano-Cerite-Manziate” e marginalmente un SIC (Sito di Importanza Comunitaria) “Fiume Mignone – Basso Corso” che fanno parte della Rete Natura 2000, tutelata da una normativa comunitaria (Direttive 92/43/CEE “Habitat” e 2009/147/CE “Uccelli”) e a livello nazionale dal DPR n.357/1997 e smi oltre che dal Decreto del Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare.

Nelle foto, nibbi reali a caccia sopra le colline ad Ovest di Luni sul Mignone. Foto scattate il 3 gennaio 2017 con teleobbiettivo di 300mm. La specie è tra le particolarmente protette dalla Direttiva Uccelli.

Sappiamo che la Tuscia e particolarmente le zone a Sud ed Ovest di Viterbo sono delle aree molto ben preservate e rappresentano un patrimonio naturalistico, rurale e storico-paesaggistico per l’Italia. Inoltre un potenziale economico importante (pensiamo al successo della Toscana o delle Cinque Terre) è rappresentato dal turismo rurale e dalla produzione agricola dei piccoli produttori, particolarmente quando si sa che ormai intorno alla capitale, ed in tante parti dell’Italia, i grandi spazi si fanno rari per non dire che sono scomparsi.

Alterare l’integrità dell’agro che circonda i Monti della Tolfa dunque, sarebbe togliere un potenziale economico alla Provincia. Tra l’altro, l’area dei Monti della Tolfa è stata riconosciuta avere le caratteristiche per essere un “cluster bio” ovvero una delle poche aree in Italia (il Lazio ne contiene 3) per poter ospitare coltivazioni di alto valore, le uniche adatte alla produzione di alimenti per la primissima infanzia (le cosiddette oasi ecologiche). I bambini, infatti sono quelli maggiormente a rischio di subire le conseguenze nocive della presenza di pesticidi nel cibo. Lo studio compiuto per giungere a questa conclusione è stato finanziato dal Ministero (MIPAAF) ed è costato diverse centinaia di migliaia di euro, che ovviamente sarebbero soldi dei cittadini buttati al vento qualora il percorso della superstrada attraversasse il cuore di un “cluster bio”rendendo l’area completamente inadeguata ad essere quello che attualmente è: una perla rara, pressoché incontaminata !

Comunque leggevo con piacere nel Corriere di Viterbo del 7 Gennaio – in prima pagina – il titolo: “Più turisti, più soldi al Comune”. Nella Città Papale, hanno scoperto che con l’aumento di afflusso di turisti quest’anno hanno registrato un’aumento dell’incasso – che sorpresa! Dunque, gli amministratori anziché preservare il potenziale economico di ambienti e paesi poco o nulla alterati, preferiscono risparmiare 200-300 milioni di Euro sull’autostrada (un migliaio di Euro per abitante) perdendone così X dalle attività economiche legate ad un turismo e ad una pregiata agricoltura di nicchia, che porterebbero lavoro a tanti (giovani e meno giovani), trasformando invece la Tuscia in un’altra della tante provincie italiane caratterizzate da un patchwork difforme e dissonante di manufatti. Se S. Spielberg ha scelto Tuscania, Viterbo e la Tuscia per la location del suo prossimo film, è proprio per i criteri di eccellente stato di conservazione del suo patrimonio paesaggistico e rurale. Una Tuscia che potrebbe fare meglio della Toscana o dell’Umbria se si impegnasse, invece di diventare un’altra vittima della prevaricazione di pochi speculatori.

I discendenti degli antichi Etruschi non immaginano neppure quanto le caratteristiche attuali della Tuscia sono un sogno per Inglesi, Americani e Tedeschi, i quali vedrebbero il percorso della superstrada nella Valle del Mignone come uno schiaffo alla bellezza della provincia – al Lazio -, uno dei soliti italici scellerati scempi, che invece di tutelare e valorizzare il territorio lo deturpano e lo sviliscono.

Per farvi un’idea sulle motivazioni discutibili (per usare un eufemismo) che portano gli amministratori a scegliere il tracciato cosi chiamato “verde” vi invito alla lettura di questa pagina: http://www.trcgiornale.it/news/comprensorio/88572-qsulla-orte-civitavecchiaq.html

Per aggiornamenti sulla situazione consultare la pagina FB del comitato per la difesa della valle del mignone

 

Ecco la Storia del progetto ss675 tra Cinelli e la Aurelia:

  • 2007: ANAS presenta il primo progetto della ss675 lungo la Aurelia Bis – la metà in due tunnel.
  • 2011: La Regione Lazio presente una variante che prevede il passaggio sui fianchi dei rilievi di Monte Romano nella valle del fiume Mignone – un’ progetto che romperebbe il carattere naturale dei Monti della Tolfa.
  • 2013: ANAS prevede il tracciato verde, che prevede il passaggio lungo il fiume Mignone.
  • Agosto 2015: Inizia l’Iter burocratico per l’approvazione della via sul tracciato verde – lungo il fiume Mignone.
  • Settembre 2015: le associazioni ambientaliste e comitati cittadini presentano parere contrario alla variante verde.
  • Dicembre 2015: il sindaco di Tarquinia prende ufficialmente posizione contraria alla localizzazione del tracciato verde.
  • Febbraio 2016: La regione Lazio non ha ancora espresso parere ufficiale ai cittadini.
  • Giugno 2016: la commissione VIA del Ministero dell’Ambiente pubblica un documento con 66 osservazioni e richieste di integrazioni al progetto proposto da ANAS
  • Dicembre 2016: la commissione tecnica per la valutazione ambientale della Regione Lazio sottolinea le tante criticità del progetto e richiede integrazioni e modifiche al progetto, nonché opere concrete di mitigazione e compensazione. le conclusioni della stessa commissione ritengono pero che le criticità emerse non siano sufficienti ad esprimere un parere negativo.
  • Gennaio 2017: la Regione Lazio da il SI al progetto verde che passa proprio nella valle del Mignone

Firma la petizione per salvare la valle del Mignone e l'agro tolfetano