Nessuno può pensare sia giusto trasformare un territorio così bello e con tale potenziale agricolo e turistico, in una zona industriale destinata alla produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili. Ci sono alternative possibili per sviluppare una politica energetica coerente che tenga in considerazione fattori paesistici e ambientali. Certo, se vogliamo parlare di un economia dello stupro ambientale e della cupidigia che considera l’ambiente e la qualità di vita o la nozione di bello come sacrificabili allora andiamo avanti con le ruspe! Viviamo in un mondo prettamente materiale – una sorta di discarica o zona industriale – e l’articolo 9 della costituzione si fa benedire.

Se fosse dimostrato che si risolverebbe il riscaldamento globale e le problematiche connesse, aumentando all’infinito la produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili senza criteri e senza implementare di pari passo la drastica riduzione del consumo e dello spreco/inquinamento, allora si potrebbe pensare che sia la soluzione giusta di sostituire gli ultimi grandi spazi rurali d’Italia con distese di fotovoltaico a terra piuttosto che di grano.

Non solo non è dimostrato, ma: 1. Data la richiesta crescente di prodotti agricoli Italiani di qualità, trasformare un’area di produzione agricola di pregio in una zona di produzione energetica da fotovoltaico a terra appare una evidente assurdità 2. siamo di fronte ad una palese violazione di un diritto inalienabile delle generazioni presenti e future di godere degli ultimi grandi spazi rurali d’Italia e del paesaggio storico della Tuscia e dell’Etruria. 3. La popolazione locale non è stata adeguatamente informata dell’obiettivo di trasformare il loro territorio in una centrale elettrica con una chiara esposizione dei potenziali rischi e degli eventuali benefici. 4. Nessuno ha neppure menzionato l’impatto negativo sul turismo. La zona valutata “sacrificabile” alla produzione energetica da “rinnovabili” è di una rara bellezza (vedi foto pubblicate), e di grande ricchezza agricola. Rappresenta una meta particolarmente appetibile per tutti i turisti provenienti dal nord Europa che sono alla ricerca di paesaggi e stili di vita più veri rispetto al panorama costruito e artificioso di altre zone turistiche. Nella Tuscia si respira ancora (per poco?) la magia legata ai cicli e ai paesaggi naturali della civiltà contadina 5. al momento non è noto uno studio che dimostri che, per collocare gli impianti fotovoltaici, non esistono a sufficienza zone di scarso valore ambientale, agricolo e paesaggistico (brownfields) così come indicato nelle normative europee, prima di decidere di sacrificare terreni con alto valore agricolo e paesistico.

6. Perché alcuni promotori del fotovoltaico a terra senza criteri contano delle favole e non parlano anche delle problematiche ambientali legati al fotovoltaico in fase di estrazione, di produzione, di utilizzo e di smarrimento. Perché i nostri amministratori che sembrano cosi concentrati a salvare l’ambiente, non mettono il criterio paesaggistico, la biodiversità e il consumo di suolo al cuore del dibattito sulle energie da fonti rinnovabili? Perché non si parla mai dell’”energy sprawl”?

Il buon cittadino preoccupato per il futuro dei propri figli e per i propri investimenti (aziende agricole e agrituristiche, villa da sogno in campagna) si chiede legittimamente se prima di distruggere aree integre siano stati già sfruttati per la produzione energetica “carbon free” tutti gli edifici in dissesto, ecomostri e le altre zone di scarso valore ambientale e paesaggistico. Così come il cittadino modello si chiede come mai non siano stati sfruttati per l’impianto di pannelli fotovoltaici le aree parcheggio dei centri commerciali che spuntano come funghi nella provincia ma che MAI sono ombreggiati da pannelli fotovoltaici, produzione di energia abbinata alla produzione di una utile ombra per i clienti. 6. Ultimo punto poco chiaro della questione ma non meno importante : la spinta a sostituire i combustibili fossili con l’elettricità spinge ad una sempre maggiore produzione elettrica, quindi all’impianto di generatori di corrente “carbon free” ma fermo restando che la produzione di cibo sano e la tutela delle acque, dovrebbero rappresentare la preoccupazione prioritaria dunque non sacrificabile, come viene motivata la previsione della BP di un aumento di consumi da tutte le fonti fino al 2040 con una sostanziale stabilità del consumo di carbone. Dunque l’installazione di fonti rinnovabili non cambia il livello di emissioni da combustibili fossili, però in compenso sottrae suolo e risorse preziose alla produzione agricola. Che dire poi dello smaltimento dei rifiuti speciali prodotti legati a questa conversione energetica (smaltimento di sostanze tossiche provenienti dai pannelli, così come tutte le sostanze tossiche prodotte per la produzione dei pannelli stessi) che nel oltre ad avere un costo notevole nel frattempo inquinano le acque di falda? E le batterie?

Nel caso gli amministratori del territorio garanti della salute dei cittadini, della tutela del paesaggio e della qualità dell’ambiente abbiano delle risposte a queste domande aperte saremmo sollevati di conoscerle. Queste sono domande da cittadini che hanno investito sul territorio economicamente e moralmente e che sono preoccupati per la propria qualità di vita, la propria salute, i propri investimenti, la qualità dell’ambiente e il rispetto dell’articolo 9 della costituzione. Cittadini che seguono le raccomandazioni della convenzione Aarhus e del Manifesto del’Acqua e a cui sono stati negati i propri diritti.

Articoli correlati a problemi e potenziali problemi legati alla produzione di energia da fotovoltaico

Continuing LBR deployment at the current rate without understanding of ground-level microclimatic effects and the consequent C benefits, or costs, is unwise  —>  https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC4255238/

A recent increase in solar energy systems, especially large, centralized installations, underscores the urgency of understanding their environmental interactions. —->  https://www.sciencedirect.com/science/article/pii/S1364032113005819

German researchers at the Stuttgart Institute for Photovoltaics warned that poor and developing nations are at higher risk of suffering the consequences.   —->   https://www.forbes.com/sites/michaelshellenberger/2018/05/23/if-solar-panels-are-so-clean-why-do-they-produce-so-much-toxic-waste/

Il fotovoltaico italiano invecchia. L’età media degli 815.000 impianti fotovoltaici italiani è compresa tra gli 8-10 anni. Gran parte dei moduli ha iniziato a sentire i primi effetti del tempo. Gli investimenti nel settore ci hanno permesso di divenire nel 2013 il primo Stato al mondo per contributo del fotovoltaico (7,9 per cento) nel mix elettrico nazionale.  —-> http://www.rinnovabili.it/energia/fotovoltaico/fotovoltaico-italiano-revamping-repowering/

Land use has generally been considered a local environmental issue, but it is becoming a force of global importance.  —-> http://science.sciencemag.org/content/309/5734/570

Heat island effect   —–>     https://phys.org/news/2016-11-solar-island-effect-large-scale-power.html

Wind farm and solar park effects on plant–soil carbon cycling: uncertain impacts of changes in ground‐level microclimate   —->   https://onlinelibrary.wiley.com/doi/full/10.1111/gcb.12437

The installation and operation of systems that exploit solar energy through photovoltaic conversion, recently promoted in some European countries by new sell-back tariffs, is a relevant transformation of the territory for various reasons (land use, elimination of the existing vegetation, visual impact on the components of the landscape, microclimate change, glare from the reflection of the direct sunlight)…. concerns of local communities and governments about the environmental, territorial and landscape impacts of this technology are increasing rapidly.   —->  https://www.sciencedirect.com/science/article/pii/S1364032109001026

There are at least four ways to achieve emissions reduction but avoid the potential side effect of energy sprawl.  Fourth, many areal impacts can be mitigated or eliminated with appropriate site selection and planning for energy development.The new area affected by energy development within each major habitat type might, for example, have minimal biodiversity effects if sited in already disturbed places. Energy sprawl deserves to be one of the metrics by which energy production is assessed. —-> https://journals.plos.org/plosone/article?id=10.1371/journal.pone.0006802

renewable energy sources are not the panacea they are popularly perceived to be; indeed in some cases their adverse environmental impacts can be as strongly negative as the impacts of conventional energy sources. The paper also dwells on the steps we need to take so that we can utilize renewable energy sources without facing environmental backlashes of the type we got from hydropower projects. —-> https://www.sciencedirect.com/science/article/pii/S030626199900077X

Grafico dell’aumento di consumo di energie fino a 2040 (International Energy Outlook 2017) —-> https://energypost.eu/15718-2/