Gravisca (Grauisca, o Gravisca in lingua latina) anche chiamato Porto Clementino fu un porto etrusco prosperoso risalente al VI°sec. a.C. Per di Tarquinia – città Etrusca importante -, una porta per il commercio con il Mediterraneo orientale. Dopo la conquista romana, divenne una colonia marittima vitale fino alla distruzione, durante le invasioni barbariche del V secolo.
Dopo la conquista, I Romani fondarono una colonia maritima civium Romanorum.
Nel 408 i Visigoti di Alarico in transito lungo la costa misero a sacco la colonia, che da allora andò spopolandosi definitivamente.A questo periodo risale il tesoretto di 147 solidi aurei, risalenti ai regni di Valentiniano I, Valentiniano II, Onorio, Arcadio e Teodosio, rinvenuti nascosti nel cortile di una domus patrizia. Claudio Rutilio Namaziano, nel De reditu suo, da una descrizione di Gravisca come si presentava dopo il sacco visigoto, verso la metà del V secolo:
(LA)« Inde Graviscarum fastigia rara videmus, quas premit aestivae saepe paludis odor; sed nemorosa viret densis vicinia lucis pineaque extremis fluctuat umbra fretis. » |
(IT)« Quindi vediamo le rare rovine di Gravisca, il sentore della palude estiva spesso opprime quelle; ma verdeggiano i boschi vicini di luce densa e l’ombra dei pini si muove sulle ultime onde. » |
(Claudio Rutilio Namaziano, De reditu suo, libro I vv. 281-284.) |
Nel 1449, e poi nel 1461, presso l’antica Gravisca venne riaperto un porto, distrutto dalla flotta napoletana nel 1481 durante la guerra tra papa Sisto IV ed Alfonso I d’Aragona.Il porto di Corneto venne nuovamente fondato da papa Clemente XII nel 1738, tanto che prese nome di Porto Clementino; ulteriori lavori furono promossi da papa Benedetto XIV. Il porto di Tarquinia venne definitivamente distrutto dall’esercito tedesco durante la seconda guerra mondiale.