romitorio-poggio-conte

Passeggiamo da quasi un’ora lungo il fiume Fiora e la piana alluvionale composta di piccoli campi arati scompare per lasciare spazio alla foresta esuberante. Ora il corso d’acqua si trova confinato nella gola che serpeggia tra i monti che occupano questa zona di transizione tra i rilievi della Toscana e la Piana della Maremma laziale. Una delle zone più inalterate del Centro Italia, priva di centri urbani. La diversità delle rocce seminate nei campi e nel letto del fiume suggeriscono la presenza di qualche eterogeneità geologica a monte. Il letto di pietre stondate ricorda quelli di bassa montagna, dove il percorso dell’acqua alterna tra passaggi più lenti, nei meandri, e passaggi torrenziali. Quattro ponticelli di legno permettono di passare i corsi d’acqua che scendono dalla foresta dalle strette gole tagliate nel tufo per finire nel Fiora. Grandi felci Asplenium di un verde luminescente proiettano le loro foglie curve sul sentiero, in contrasto con i colori scuri del sottobosco che ora emana il singolare profumo della foresta, dove nell’aria di questa fine di primavera, le onde di vapore alterano la luce e sfiorano la pelle. Il discreto rumore dell’acqua completa il quadro e unisce gli elementi della scena.

Romitorio di poggio conte

Finalmente, il sentiero si parte dal fiume e entra in una delle gole. Qui la composizione inusuale della vegetazione con le cascatelle e le rocce rotonde richiama fortemente la foresta sub-tropicale umida del Sud del Brasile: la foresta Atlantica. Rocce e alberi coperti di muschio e di edera, che diventano, per via dell’umidità ambiente, il supporto di altre piante. Si apre una gola atipica a forma di ferro di cavallo: una parete di tufo coperta di felci, e una cascata alta e molto stretta che scende dalla foresta e crea un cono di deposizione inconsueto. Ma in questa scena colpiscono ancora di più le passerelle di legno, lassù in alto, sospese alla parete coperta di felci. Una ripida scala tagliata nel tufo serve di via di accesso alle grotte dell’Eremo, di cui si vedono delle aperture scure. Dall’alto, il panorama sulla foresta è imprendibile.

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Davanti, l’enigmatica porta della chiesa con la finestra circolare sopra. Qui, prima di entrare, una sensazione simile a quella dell’incontro con la “piramide di Bomarzo” o la cripta di San Pietro di Tuscania. La scoperta di una cosa unica e misteriosa, con un ambiente interno molto ben conservato nonostante le condizioni climatiche del sito…

Rpmitorio di Poggio Conte

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